La raccolta avviene con la mietitrebbia, macchinario che effettua due operazioni: la mietitura, cioè la raccolta vera e propria, e la trebbiatura, cioè la separazione del chicco dalla spiga. Il riso viene tagliato alla base ed entra all’interno della macchina dove alcuni battitori meccanici separano il chicco dalla pianta. La paglia viene lasciata sul terreno per concimarlo, mentre i chicchi si caricano nei rimorchi trainati dai trattori e vengono portati in azienda per le fasi successive di lavorazione.
Quando il riso, che in questa fase si chiama ancora “risone“, esce dalla mietitrebbia, non è ancora pronto per essere lavorato, perché ha un grado di umidità troppo elevato: siamo attorno al 18-25% e per questo deve essere essiccato. Prima è necessario separare i chicchi da tutti gli scarti grazie al passaggio in un soffiatore che elimina le pagliuzze e la polvere dai chicchi che andranno lavorati. Poi viene messo nell’essiccatoio, un bruciatore che fa passare l’aria calda attraverso il riso, che abbasserà l’umidità al 13%, permettendone la conservazione. Infine un aspiratore asporterà l’umidità evaporata dai chicchi per effetto del calore. Per finire il riso viene essiccato nella caldaia onnivora, una scelta per cui abbiamo optato nel rispetto del riso e dell’ambiente. Una volta essiccato il riso viene stoccato in silos.